IMPORTANTE
I contenuti di questa pagina non devono essere considerati come esaustivi e non vanno intesi come strumenti di autodiagnosi , automedicazione e autoistruzione. Per maggiori dettagli o in caso di situazioni di disagio consultare sempre uno specialista
IL BULLISMO
Il bullismo è un fenomeno purtroppo molto diffuso e sempre in più rapida espansione che ad oggi si stima che nel mondo coinvolga orientativamente circa 200 milioni tra bambini e ragazzi. Un problema sociale molto diffuso soprattutto tra i giovani in età adolescenziale e in particolar modo negli ambienti scolastici.
Il termine bullismo è la traduzione dell’inglese bullying, che secondo l’Oxford Dictionary vuol dire maltrattare, intimidire, intimorire, e indica “una persona che usa la propria forza o potere per danneggiare una persona più debole” (Iannaccone, 2008)
In senso generale il bullismo è definito dai ricercatori come un tipo di relazione in cui un soggetto (bullo) mette intenzionalmente in atto dei comportamenti atti ad arrecare danno o disagio ad un altro (vittima), questo tipo di relazione deve persistere nel tempo e ci deve essere una disparità tra i due soggetti ovvero uno che si trova in una posizione di forza e l’altro in una situazione in cui non è in grado di difendersi.
Il bullo generalmente è un gradasso, colui che non teme nulla e che per acquisire sicurezza ed/o importanza cerca l’approvazione negli altri suoi coetanei, mettendo in atto una serie di comportamenti aggressivi, come abusi fisici (aggressioni, percosse), verbali (insulti, critiche offensive), relazionali (formare una coalizione contro la propria vittima), nei confronti di soggetti considerati in qualche modo diversi dall’immagine comune dell’adolescente. Ci riferiamo allo straniero, all’introverso, al timoroso, o nei casi più estremi al disabile.
Se il bullismo è condotto in gruppo possiamo trovare altre figure oltre a quella del bullo e della vittima; essi sono gli aiutanti del bullo che agiscono anch’essi in modo prepotente ma secondario, i sostenitori del bullo che incoraggiano l’azione del bullo, gli outsisder che non fanno nulla cercando di restare fuori dalle situazioni.
Sono molte le conseguenze del bullismo che potrebbero ricadere sulla vittima, una serie di disagi legati alla bassa autostima, difficoltà emotive, sintomi depressivi, disturbi del comportamento, emarginazione sociale, ma anche disturbi fisici come palpitazioni, ansia, e difficoltà durante il sonno, una vera e propria violenza fisica e psicologica che a lungo andare può generare conseguenze ben più gravi.
Come evitare però tutto ciò?
Nel bullismo entrano in gioco diversi fattori quali quelli di resilienza e responsabilità, meccanismi di disimpegno morale, organizzazione scolastica etc….
Tuttavia al di la delle diverse dinamiche collegate al bullismo ci sono alcune cose che potrebbero essere una base da cui partire.
Sicuramente una maggior vigilanza in quegli ambiti in cui il fenomeno del bullismo è più probabile.
Per quanto riguarda i ragazzi soggetti ad atti di bullismo una cosa importante è quella di non sottovalutare e minimizzare il problema e non lasciarsi prendere dalla paura. E’ fondamentale inoltre non affrontare la situazione da solo, ma parlarne subito con una persona fidata, come l’insegnante, la famiglia e nel caso chiedere anche aiuto ad uno psicologo che aiuterà a ritrovare la capacità e la fiducia in voi stessi ed affrontare tali situazioni. Solo affrontando il bullismo è possibile mettere fine a quest’incubo.
Il coraggio è il fuoco, e il bullismo è il fumo. – Benjamin Disraeli
IMPORTANTE
I contenuti di questa pagina non devono essere considerati come esaustivi e non vanno intesi come strumenti di autodiagnosi , automedicazione e autoistruzione. Per maggiori dettagli o in caso di situazioni di disagio consultare sempre uno specialista
Fonti: Bacchini D., Boda G. E De Leo G. (2004), “Promuovere le Responsabilità “, Milano, Franco Angeli , 2004